Vedendo il novero dei partecipanti sembrerebbe poter essere un passaggio cruciale quello in programma domani, 15 settembre, per il destino energetico della Sardegna. Anche se le modalità con cui è stato organizzato l’incontro hanno suscitato più di una perplessità. All’auditorium del Mite si terrà infatti un vertice al quale prenderà parte lo stesso ministro Roberto Cingolani e che vedrà coinvolti tutti i principali protagonisti: il presidente della Regione Christian Solinas, Arera, Rse, Enel, Terna, Ep Produzione, Snam, Saras e Italgas. L’aspetto inconsueto è però che la convocazione per discutere degli “investimenti per la transizione ecologica e l’energia” sia arrivata da Solinas e non da Cingolani. Mentre proteste per l’esclusione dal vertice arrivano dai sindacati e da un gruppo di parlamentari sardi del PD, in quest’ultimo caso per il mancato coinvolgimento dei rappresentanti dei territori. I temi da affrontare sono particolarmente importanti e complessi. E il tempo stringe. In primis bisognerà capire se Enel insisterà con il piano del “tutto elettrico” annunciato a luglio. Una visione che lo stesso Cingolani condivide, ma solo per quanto riguarda l’obiettivo di lungo termine. La strada per arrivarci sembra invece dover passare ancora dal gas. Intanto i sindacati protestano. “Auspichiamo che il ministro Cingolani e il presidente della Regione Solinas convochino al più presto le parti sociali per discutere dei temi oggetto del tavolo previsto a Roma mercoledì, del quale abbiamo saputo, con non poco disappunto, solo dalla stampa”, dicono i segretari generali Cgil, Cisl e Uil Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca. Sulla stessa linea i parlamentari sardi del Pd, Gavino Manca, Romina Mura e Andrea Frailis.
Fonte: Quotidiano Energia
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Portavoce delle istanze delle aziende industriali energivore