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Corte Ue: “Il diritto dell’Unione fa premio sulla Carta dell’Energia”

News internazionali
14 settembre 2021

Nuovo affondo delle istituzioni europee contro la Carta dell’Energia. A meno di due mesi dall’indagine approfondita avviata dalla Commissione alla Concorrenza sulla compensazione riconosciuta ad Antin dall’Icsid per il taglio degli incentivi alle rinnovabili introdotto dalla Spagna, arriva adesso una sentenza della Corte Ue che ribadisce a chiare lettere la superiorità delle norme comunitarie rispetto al Trattato del 1994 nel caso di contenziosi tra Paesi membri dell’Unione. Con una sentenza del 2 settembre, i giudici hanno infatti stabilito che la Carta dell’Energia “non è applicabile alle controversie tra uno Stato membro e un investitore di un altro Stato membro in merito a un investimento effettuato da quest’ultimo nel primo Stato membro”. Rifacendosi alla “sentenza Achmea” degli stessi giudici lussemburghesi, la Corte spiega che se le disposizioni della Carta potessero applicarsi alle controversie tra gli investitori dei 27 “ciò implicherebbe che l’Unione e gli Stati membri parti dell’accordo avrebbero istituito un meccanismo di risoluzione di una siffatta controversia tale da escludere che quest’ultima, anche laddove riguardasse l’interpretazione o l’applicazione del diritto dell’Unione, fosse risolta in modo da garantire la piena efficacia di tale diritto”. Un simile meccanismo rimetterebbe “in discussione la salvaguardia dell’autonomia e del carattere peculiare del diritto istituito dai Trattati, garantita in particolare dalla procedura del rinvio pregiudiziale di cui all’articolo 267 Tfue”. Da notare che durante il procedimento hanno presentato osservazioni il Consiglio Ue, la Commissione europea e i Governi di nove Stati membri: Italia, Germania, Spagna, Francia, Olanda, Svezia, Finlandia, Polonia e Ungheria.

Fonte: Quotidiano Energia