L’evoluzione green, i signori del fossile e le scorie inquinate dell’idrogeno blu

News nazionali
23 luglio 2021

C’è da chiedersi perché l’idrogeno blu non vada bene. Per quale motivo occorra liberarlo dalla debordante anidride carbonica per renderlo (quasi) innocuo. C’è da chiedersi dove sotterrare la CO2 eliminata dall’idrogeno. Sono domande, queste, che ci si pone nell’affrontare il discorso dell’utilizzo dell’idrogeno blu. Il braccio di ferro sulla questione inizia ad aprile dopo che l’industria fossile ha ottenuto i continui incontri tra il Ministro Cingolani  e i responsabili di ENI e SNAM, Descalzi e Scaroni. Solo per l’impianto di Ravenna, la prima versione del piano italiano stanzia 2,7 miliardi. A fine aprile il Governo Draghi trasmette il PNRR alla commissione europea per l’idrogeno dalla quale viene bocciato: in pratica non passa la versione di Cingolani in base alla quale l’idrogeno blu sia solo una tappa intermedia verso il sospirato idrogeno verde (che si ottiene senza far ricorso ai materiali fossili). Il Governo Draghi ritira così il piano, ma secondo Re Common (in prima linea contro lo strapotere dell’industria fossile), tale ritiro non basta, perché il piano non indica alcuna via d’uscita dalla crisi climatica, anzi rischia di accelerarne l’avanzata.

Fonte: Il Fatto Quotidiano – Vittorio Emiliani – (pag. 13)

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