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Dalla Tap al Gnl, Bruxelles tenta di tagliare la dipendenza da Mosca

 

Da molti anni l’Europa coltiva un sogno: affrancarsi dal giogo energetico della Russia. Eppure nel corso del tempo, nonostante gli appelli e le buone intenzioni la dipendenza è cresciuta. Nel 2021 il gas russo ha rappresentato il 39% dei consumi complessivi UE. Oggi Bruxelles guarda con apprensione tutte le possibili alternative. Sa che con la crisi ucraina potrebbe abbattersi la tempesta perfetta. Davanti a una crisi di questa portata nessuno può garantire che Mosca non reagirà con l’arma del gas. La politica energetica europea è miope e ognuno è andato per la sua strada. Il Tap ha una capacità di soli 10 miliardi di metri cubi l’anno e poteva essere raddoppiato da tempo. Il 4 febbraio la commissaria ue Simson si recherà a Baku per la riunione del Consiglio consultivo del corridoio gas meridionale discutendo dell’estensione. Gli altri progetti, tra cui EastMed, sono ancora da approvare. Secondo Davide Tabarelli di Nomisma, ci si è concentrati sull’ambiente e sono stati trascurati la sicurezza e la competitività dei prezzi. La soluzione più immediata sarebbe intensificare gli acquisti di Lng, considerando che i rigassificatori europei sono ampiamente sottoutilizzati.

Fonte: Il Sole 24 Ore – Roberto Bongiorni (pag. 7)