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Rischio stop produzioni con cassetti ordini pieni: il paradosso del caro-energia

News internazionali
9 novembre 2021

La ripresa in corso sta determinando un incremento degli ordinativi e dei ricavi, ma la caotica situazione delle filiere globali si riverbera sui prezzi degli input produttivi e dell’energia, che stanno salendo a ritmi di cui non si ha memoria. Le attese sugli ordini delle imprese manifatturiere sono sui massimi degli ultimi quattro anni, mentre il fatturato dei primi 8 mesi del 2021, in volume, si colloca sopra del 2,5% al corrispondente periodo del 2019. A inizio novembre il prezzo del gasolio alla pompa sale del 28,1% su base annua, tornando su livelli che non si registravano da settembre del 2014. I prezzi del gas sembrano fuori controllo. A settembre 2021 il prezzo del Ttf la crescita della domanda globale di gas e la diminuzione della produzione europea  suggeriscono che parte dell’incremento delle quotazioni possa divenire permanente.” Valutando l'evoluzione del prezzo sulla base delle quotazioni dei futures, si stima nel 2022 un prezzo medio del gas circa 3,6 volte quello del 2020. Le imprese manifatturiere sono in difficoltà a soddisfare contratti di vendita che non hanno incorporato lo shock dei costi energetici: si assiste al paradosso della sospensione di produzioni altrimenti in perdita, con i cassetti degli ordini pieni. I contratti di acquisto a prezzo fisso delle commodities energetiche si andranno a rinegoziare su livelli di prezzo triplicati. Le banche centrali ritengono che la spinta sui prezzi associata al caro-commodities abbia un carattere temporaneo. Se questo non fosse, si avrebbe una accelerazione del tapering monetario e un rialzo dei tassi d'interesse che, insieme alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie, frenerebbe la domanda per investimenti e consumi, rallentando la riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL, il vero tallone d'Achille della nostra economia. In parallelo, gli effetti sulla politica fiscale sono significativi, a seguito degli interventi per contenere il caro bollette di imprese e famiglie. In conclusione, dalla pandemia potremmo uscire con prezzi strutturalmente più elevati dell'energia, che sposteranno valore aggiunto dalle economie consumatrici nette, tra cui l'Italia e gli altri paesi dell'Unione europea, verso i paesi produttori.

Fonte: Quotidiano Energia