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L’industria ceramica regge questi costi solo per pochi mesi  

News nazionali
24 ottobre 2021

  

Alcuni forni sono già stati spenti nel distretto delle piastrelle di Sassuolo: le aziende entrate nella pandemia con margini in sofferenza e ordini al lumicino non riescono a sostenere il costo di bollette energetiche più che triplicate, nonostante il boom di domanda interna ed estera. Altri forni chiuderanno presto se i governi europei non interverranno in fretta: con questi costi del gas metano e dell’elettricità i produttori ceramici possono resistere al massimo fino al primo trimestre 2022, pagando lo scotto nei bilanci del prossimo anno. La cosa peggiore è che già oggi diverse aziende sono costrette ad annullare gli ordini per non lavorare sottocosto o a riproporli con listini maggiorati. Una manifattura energivora perché tale è il processo produttivo, che garantisce però più di 17mila posti di lavoro solo lungo la via Emilia e 27mila in Italia, e che non solo ha raggiunto i più alti standard internazionali in termini di sostenibilità ambientale, ma porta alto il nome dell’Italia in tutto il mondo, con una indiscussa leadership per qualità e design.  

Fonte: Il Sole 24 Ore- Ilaria Vesentini (pag.14)