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Il caro bollette in Europa frena la produzione di metalli  

News nazionali
15 ottobre 2021

Con l’energia a prezzi record i produttori di metalli cominciano a gettare la spugna. Non solo in Cina, ma anche in Europa, visto che anche il colosso Arcelor Mittal ha ammesso di aver avviato fermate programmate alle acciaierie a forno elettrico specializzate in prodotti lunghi, quelli di minor valore. Tagli consistenti cominciano invece a delinearsi in altri impianti metallurgici: un fenomeno che minaccia di acutizzare le carenze di materie prime e di appesantire ulteriormente i costi produttivi. Nell’occhio del ciclone ci sono soprattutto l’alluminio e lo zinco, con quotazioni salite ai massimi da 14 anni a causa di un’accelerazione delle chiusure di impianti in Europa. I rincari però riguardano anche i metalli non ferrosi: l’indice Lmex, riferito al listino del London Metal Exchange, ha aggiornato il record storico, che resisteva dal 2011, dopo un rialzo del 50% nell’ultimo anno. Le industrie energivore ovviamente sono le più esposte ai rincari, visto l’aumento dei prezzi di gas e carbone e in Europa, dopo le fermate degli impianti di fertilizzanti, la crisi si estende ad altri settori, tipo quello dello zinco, la cui produzione sarà dimezzata dalla belga Nyrstar, uno dei maggiori fornitori mondiali del metallo.

Fonte: Il Sole 24 Ore – Sissi Bellomo (pag. 8)