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Stoccaggi gas, allarme degli operatori Ue

News internazionali
12 ottobre 2021

“Mentre l’Europa si trova a far fronte a un’impennata dei prezzi dell’energia guidata da un’offerta globale ristretta e da una ripresa della domanda, gli stoccaggi di gas sono a un livello di riempimento di 810 TWh, ovvero il 73% della capacità totale, circa 16 punti al di sotto della media quinquennale”. E’ il grido d’allarme lanciato oggi da Gas Storage Europe (Gse), secondo cui il dato nasconde forti differenze tra Paese e Paese, con riempimenti che vanno da meno del 50% al 100%. Infatti, secondo gli ultimi dati di Gie riferiti al 9 ottobre, livelli particolarmente bassi si registrano in Ucraina (45,46% della capacità disponibile), Portogallo (54,42%), Austria (56,13%) e Olanda (58,35%). Poco maggiori gli stoccaggi tedeschi (70,06%) e spagnoli (74,62%), mentre quelli italiani e francesi raggiungono rispettivamente l’86,70 il 93,90%, con il Regno Unito unico Paese europeo già al 100%. Nel 2016, 2019 e 2020, rileva Gie in una nota, gli stoccaggi assommavano in questo periodo a non meno di 1.000 TWh e a circa 900 TWh nel 2015, 2017 e 2018. Su questo fronte, però, Bruxelles sembra intenzionata a rinviare ogni intervento. Secondo indiscrezioni riportate oggi dall’“Ansa”, la Commissione prenderà in considerazione l’idea di acquisti e riserve comuni di gas soltanto a dicembre, nell’ambito della prevista riforma del pacchetto gas. I Governi nazionali “saranno incoraggiati ad abbassare le tasse sull’energia e a ridistribuire i benefici ai più svantaggiati attraverso i vari strumenti a loro disposizione, perché ci sono tante tasse sull’energia”, ha affermato il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, ai microfoni di “France Inter”. La Commissione punta inoltre a una più stretta cooperazione nel mercato interno con un ruolo maggiore per Acer. Infine, potrebbe essere affidato all’autorità per i mercati finanziari Esma il compito di monitorare il mercato della CO2.

Fonte: Quotidiano Energia