Per il Coordinamento dei Consorzi di grandi consumatori industriali di energia di Confindustria gli attuali prezzi di gas ed elettricità non sono "compatibili con il regolare esercizio degli impianti industriali" e per colpa del caroenergia "l'Italia potrebbe pagare un conto superiore ai 40 miliardi di euro" che ricadrà entro la prossima primavera sulle imprese manifatturiere, il terziario e l'agricoltura. Per questo le imprese manifatturiere chiedono di essere protette dalle straordinarie turbolenze dei mercati. Gli aumenti, rilevano i consorzi, "non sono guidati dalle ordinarie dinamiche di mercato, ma anzi da fattori che esulano la competenza delle imprese, che riguardano la gestione strategica degli approvvigionamenti e la difficile attuazione del processo di decarbonizzazione europeo, oltre ai rapporti commerciali e diplomatici con Russia, USA e Cina". Infine i Consorzi chiedono che "l'Arera intervenga con urgenza per evitare che l'aumento delle quotazioni dei prodotti energetici inneschi una contrazione dell'operatività dei fornitori e dei consorzi, su cui oltre alla gestione dei contratti di approvvigionamento della commodity ricade l'onere di gestire per conto dei soggetti regolati (garantiti e protetti da ogni rischio mercato) i contratti di distribuzione, trasporto e dispacciamento, finendo poi per limitare la concorrenza e la competizione dei mercati energetici irreversibilmente".
Fonte: Staffetta Quotidiana
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Portavoce delle istanze delle aziende industriali energivore