Lo shock energetico che rischia di gelare la ripresa post Covid

News internazionali
11 ottobre 2021

Nell’immediato l’opinione pubblica europea ha più ragioni di essere grata a Vladimir Putin che a Greta Thunberg. Per la lotta al cambiamento climatico il leader russo ha messo sul tavolo promesse concrete anche se non volte a ridurre le emissioni. Putin si offre come salvatore dell’Europa dalla minaccia di shock energetico che minaccia di impoverire la popolazione. La generosità russa sembra rispondere a ragioni geopolitiche verso le ultime tappe per l’approvazione del Nord Stream 2 per ottenere il via libera nonostante la contrarietà di numerosi Paesi. L’obiettivo proclamato alla pre Cop-26 di nessun investimento futuro nei carburanti fossili è reso aleatorio da quanto sta avvenendo nel mondo reale. L’imperativo immediato è reperire energie fossili, le uniche che possono impedire nel breve termine la chiusura delle fabbriche, interruzione di attività e rincari esorbitanti delle bollette. In Europa si riaccendono le centrali a carbone. Governi di ogni colore si sono confrontati con lo stesso dilemma: scaricare sui consumatori il costo dello shock o razionare l’energia con tutto quello che comporta sulla ripresa.  

Fonte: La Repubblica, A&F – Federico Rampini (pag. 6)

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