Il Tavolo della Domanda di Confindustria, che riunisce un gruppo di industrie italiane a forte consumo di energia, ha chiesto oggi che l'Italia sostenga in sede UE una proposta di fissare un tetto alle quotazioni dei permessi di emissione di CO2. La proposta, avanzata da Spagna, Repubblica Ceca e Romania, “è in linea con la stessa direttiva Ets che prevede il sistema della Market Stability Reserve anche per dare liquidità al mercato quando si arrivi a condizioni critiche e non solo, come è avvenuto in passato, per toglierla”, rimarca il Tavolo in una nota. "Dato che gli obiettivi di decarbonizzazione sono fissati dalla direttiva e quindi il loro raggiungimento è comunque garantito - proseguono le imprese - ogni incremento dei costi della CO2 indotto artificialmente rappresenta un extra-margine assicurato ai produttori extra-Europei con cui le nostre imprese competono sia sul mercato interno che su quelli internazionali". Una questione che secondo il Tavolo della domanda deve essere affrontata nel prossimo Consiglio informale del 6 ottobre dedicato ai temi dell'energia. "E' più che è evidente, ormai - rimarcano le imprese - che il sistema delle quotazioni CO2 Ets è solo un costo che impoverisce l'industria senza che esso diventi leva di innovazione ambientale. Gli introiti degli alti prezzi a cui vengono vendute le quote non vengono investiti in decarbonizzazione, ma acquistati da soggetti finanziari ma che nulla hanno a che fare con l'industria e la transizione energetica. E' l'ennesima finanziarizzazione dell'economia, ma per cambiare il modo di produrre energia occorre fare impianti, da quelli fotovoltaici, al biometano, alle biomasse, ai rifiuti". Il Tavolo della domanda condivide gli obiettivi della transizione energetica e ambientale, ma - prosegue la nota - "essi sono strettamente connessi al mantenimento di una leadership europea nell'economia mondiale. In gioco non c'è solo la tutela dell'ambiente, ma anche il destino dell'Europa".
Fonte: Staffetta Quotidiana