“Realizzare un mercato del gas integrato, liquido ed interoperabile, oltre a rimuovere gli ostacoli normativi operativi e tariffari esistenti, andrebbe a facilitare la corretta e rapida integrazione dei gas rinnovabili a basse emissioni di carbonio nel sistema energetico generale”. Se la dichiarazione fosse della sola Confindustria, apparirebbe quasi scontata. Ma la frase è contenuta in un documento congiunto firmato assieme agli industriali tedeschi della Bdi. E quindi assume tutt’altro valore. Il passaggio sugli “ostacoli tariffari”, in particolare, sembra alludere al ben noto pancaking che soprattutto dopo l’ormai imminente avvio del gasdotto Nord Stream 2 rappresenta un fardello sempre più pesante per i costi energetici delle imprese italiane. Ma certamente non per i colleghi tedeschi, che invece hanno finora beneficiato di questa disparità nella definizione dei costi di trasporto tra Stato e Stato. Venendo invece ai singoli temi, gli industriali auspicano un approccio alle rinnovabili e all’idrogeno “molto più ambizioso” e “meglio collegato alla decarbonizzazione dei settori industriali ad alta intensità energetica i cui investimenti trasformativi necessitano ora di un quadro politico chiaro e di un cofinanziamento pubblico”. Allo stesso modo, rimarca il documento, “l’ampia trasformazione del settore dei trasporti necessita della creazione di nuove infrastrutture adeguate alla ricarica di EV, per combustibili a basse o a zero emissioni di CO2 e così via in Europa nel medio termine”. Nel periodo di transizione, “è importante permettere a tutte le soluzioni a basse emissioni di carbonio di contribuire e competere su una base equa verso gli obiettivi di mobilità pulita”. Inoltre, “sono necessari investimenti infrastrutturali nelle catene di valore per la cattura e l’utilizzo del carbonio”. Infine, “bisognerà adottare strategie adeguate per promuovere l’efficienza energetica”.

Fonte: Quotidiano Energia