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Aie: “Entro fine 2022 domanda di petrolio a livelli pre-pandemia”

News internazionali
12 giugno 2021

Entro la fine del 2022 la domanda mondiale di petrolio dovrebbe tornare ai livelli pre-Covid, con un aumento di 5,4 milioni di barili/giorno nel 2021 e un’ulteriore crescita di 3,1 mln b/g nel prossimo anno. È la previsione che fa l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), secondo la quale, dopo il crollo del 2020 (-8,6 mln b/g), tra 18 mesi la richiesta di oil potrebbe attestarsi sui 100,6 mln b/g. Tutto ciò nonostante una stima al ribasso di 50.000 b/g rispetto alle attese per l’anno in corso, con una media di 96,4 mln b/g, che nel 2022 invece arriverà a 99,5 mln b/g. Il report dell’Aie, pubblicato oggi, evidenzia come le economie più avanzate siano vicine al termine della pandemia, mentre le altre vivono una situazione incerta a causa dei ritardi nelle vaccinazioni. A giugno si stima comunque un incremento della domanda “di un significativo 2,5 mln b/g mese su mese, uno dei principali guadagni mensili registrati di recente”. I rialzi più importanti si aspettano per i carburanti, come benzina e jet fuel, soprattutto in Usa e India. Alcuni effetti del coronavirus dovrebbero però protrarsi per un periodo lungo: “Il settore dell'aviazione sarà il più lento a riprendersi - si legge - poiché è probabile che alcune restrizioni ai viaggi rimarranno in vigore se la pandemia non sarà saldamente sotto controllo” e comunque non tornerà alla normalità finchè “la maggior parte dei Paesi non avrà raggiunto l'immunità di gregge, il che potrebbe non avvenire prima della fine del 2022. Anche la domanda di benzina “sarà in ritardo rispetto ai livelli pre-Covid, poiché il telelavoro e una quota crescente di veicoli elettrici compensano l'ampliamento della mobilità”. Per quel che riguarda l’offerta invece “è improbabile che sia un problema soddisfare l’espansione della richiesta. Anche dopo aver incrementato la produzione di circa 2 mln b/g nel periodo maggio-luglio, l'Opec+ avrà 6,9 mln b/g di capacità inutilizzata effettiva”. Inoltre un’eventuale revoca delle sanzioni all’Iran permetterebbe di immettere sul mercato, in tempi relativamente brevi, altri 1,4 mln b/g.

Fonte: Quotidiano Energia