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“Troppi buchi dai produttori”

News nazionali
1 luglio 2021

L’amministratore delegato di SNAM, Marco Alverà, è convinto che il 2021 sarà ricordato come l’anno per la lotta ai cambiamenti climatici. I motivi vanno ricercati nel fatto che gli USA hanno voltato pagina energetica con la nuova presidenza e sono tornati negli accordi di Parigi. La Cina ha imboccato la strada della riduzione delle emissioni e l’Agenzia per l’Energia ha accelerato la spinta sulla strada della riduzione delle emissioni. Sulla questione delle perdite di metano, Alverà ha affermato che esse non sono casuali. Si sa come individuarle, ma ci vuole la volontà commerciale e politica per frenarle. Alverà ha inoltre affermato di sentirsi ottimista per quanto concerne il rispetto degli obiettivi di neutralità e a convincerlo sono stati i numeri. Il petrolio oggi costa 45 dollari , il gas naturale 35 in Europa e 11 in America, il carbone 22, l’idrogeno grigio 50, quello blu 70, quello verde tra i 100 e i 150. Dieci anni fa il solare era quasi all’inizio e costava 400 dollari a MWh. Alverà ha aggiunto che se si pensa che bisognava installare elettrolizzatori che costavano 2000 dollari per ogni Kw di capacità, veniva fuori un costo per l’idrogeno verde di più di 500 dollari al MWh. Oggi, invece, il solare in Arabia Saudita costa 10 dollari al MWh e con il solare così conveniente uno dei due ingredienti per fare l’idrogeno verde è già a portata di mano. L’altro ingrediente, secondo Alverà, sono gli elettrolizzatori, che costano ancora molto perché se ne fanno ancora pochi, ma se  ne aumentasse la produzione ecco che il prezzo scenderebbe da 1000 a 300 dollari a Kw. Il che vorrebbe dire che l’idrogeno verde potrebbe passare a 50 dollari a megawattora entro il 2030 e continuare a scendere. In conclusione, secondo Alverà nel 2050 si arriverà a zero emissioni nette, magari con fatica, vi si arriverà di sicuro.

Fonte: La Repubblica, Green &Blue – Fabio Bogo (pag. 13)