Quel Soffio che scalda la terra

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1 luglio 2021

Sul banco degli imputati con l’accusa di incidere sul riscaldamento globale, accanto all’anidride carbonica ora siede anche il metano. Si moltiplicano, infatti, gli appelli perché si riducano drasticamente le emissioni di metano nell’aria. Secondo i climatologi, il metano gioca un ruolo ancora più importante della CO2 nell’innalzamento della temperatura globale, pur avendo un tempo di permanenza nell’atmosfera di appena un decennio, contro le centinaia di anni dell’anidride carbonica. Secondo gli studiosi, è urgente intervenire in quanto il metano è un gas ad effetto serra con un potere riscaldante decine di volte superiore a quello della CO2 (si parla addirittura di 80 volte). La sua concentrazione nell’aria, inoltre, è più che raddoppiata rispetto all’era pre-industriale: solo la CO2 è cresciuta di più nello stesso periodo. Il metano è anche un ingrediente chiave nella formazione dell’ozono troposferico, un potente forzante climatico e un pericoloso inquinante atmosferico, che causa mezzo milione di morti premature all’anno a livello globale e danneggia gli ecosistemi e le colture. I settori da cui il metano deriva sono tre: i combustibili fossili, l’agricoltura e i rifiuti. Nel dettaglio, il 23% del metano di origine umana viene emesso durante l’estrazione, la lavorazione e il trasporto di petrolio o di gas naturale, il 12% dall’estrazione di carbone, il 20% dalle discariche e dalle acque reflue, il 32% dagli allevamenti di bestiame e circa l’8% da coltivazioni come quella del riso. E’ per questi motivi che L’UNEP, l’agenzia dell’ONU per l’ambiente, chiede ai Governi ,misure urgenti per ridurre le emissioni di metano già nel decennio 2020-2030, con un taglio del 45% di emissioni in questa decade che eviterebbe quasi 0,3° C di riscaldamento globale entro il 2045 e sarebbe coerente con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C. C’è però un metano buono ed è quello bio. L’idea è di lasciare nel sottosuolo quello che si estrae normalmente a fini energetici e di catturare invece quello prodotto artificialmente nelle discariche e nell’agricoltura per farne un combustibile.

Fonte: La Repubblica, Green &Blue – Luca Fraioli (pag. 10)

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