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Sardegna: per il Mite alla transizione serve il gas, per Enel no

News nazionali
13 luglio 2021

Per il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani la Sardegna avrà per un certo periodo bisogno del gas nelle aree industriali, anche se non serviranno grandi infrastrutture di trasporto come quelle progettate da Snam e Sgi. Per l'a.d. di Enel Francesco Starace invece per chiudere il carbone nell'isola basteranno il completamento del Tyrrhenian link e accelerare su rinnovabili e di accumuli nell'ambito del Pnrr. Lo si legge in due ampie interviste su La Nuova Sardegna di venerdì. “Cambiare radicalmente sistema energetico non è qualcosa che si può fare in poco tempo”, ha detto Cingolani. Nel periodo transitorio “nelle zone industriali l'energia sarà prodotta dal gas, nel frattempo si affineranno le tecnologie di accumulo per le rinnovabili (…), poi nel lungo termine si andrà avanti con un massiccio e quasi esclusivo uso di energia elettrica”. “Tutto ciò che è a carbone va chiuso al più presto (…) sono processi articolati che andranno di pari passo con la realizzazione dei due terminali a gas” nelle due aree industriali maggiori. Cingolani frena però sui vari segmenti di dorsale di trasporto, che per il tratto Sud ha avuto già la Via del Mite: “questo intervento che investe i metanodotti di grande portata va conto i piani che scoraggiano l'uso delle fonti fossili (…) Dobbiamo guardare a tecnologie più moderne (…) prima di completare la dorsale avremo in esercizio il Tyrrhenian link”. Drastico sul gas invece Starace: “Oggi e nel prossimo futuro il gas in Sardegna non c'è. Che senso ha destinare investimenti in questa filiera quando si sa che servirà a stabilizzare il sistema solo per un breve arco di anni? Analizzando il Pnrr ci siamo così domandati: ma è possibile che un'area vasta e importante del paese possa giù adesso saltare il gas ed arrivare prima degli altri a vedere il suo parco energetico e industriale veramente green (…) Noi riteniamo di sì”. “Un primo scenario ipotizza l'installazione, a Tyrrhenian link in esercizio (Terna ne stima il completamento nel 2028, ndr), di 1 GW di batterie e circa 4/5 GW di rinnovabili in più rispetto a quanto abbiamo adesso”. Il tutto con investimenti stimati di 15 miliardi al 2030 e 110-115mila addetti: “La Sardegna sarebbe un unicum in tutto il Mediterraneo”. Nell'immediato, ha aggiunto, Enel non ha alcuna intenzione di convertire a gas la centrale a carbone del Sulcis, che resterà a disposizione in caso di necessità man mano che cresceranno le rinnovabili e verrà smantellata quando il sistema sarà in sicurezza. L'alleanza delle associazioni ambientaliste riunite in “Sardegna Rinnovabile” (formata da WWF Italia, Legambiente, Greenpeace Italia e Kyoto Club) ha applaudito le dichiarazioni di Starace evidenziando a sua volta che “portare il gas in Sardegna adesso sarebbe davvero uno spreco di risorse pubbliche e di soldi dei cittadini (in bolletta), dal momento che le alternative tecnologiche a carbonio zero sono già disponibili. Inoltre, fare della Sardegna la prima grande isola a carbonio zero sarebbe un formidabile volano economico che esalterebbe tutta la ricchezza e le potenzialità dell'isola”.

Fonte: Staffetta Quotidiana