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Il Tap sei mesi dopo: per il gasdotto nuovi contratti e metano green

Redazione
23 Maggio 2021

Era il 25 luglio 2018 quando legioni di contestatori no-Tap facevano palpitare i cuori ribelli e l’allora ministra del Mezzogiorno, Barbara Lezzi, che aveva promesso il suo impegno contro la posa del metanodotto Tap.

Oggi i contestatori sono ridotti ad un manipolo di irriducibili perseguitati da spese legali e richieste di danni, la Lezzi è una parlamentare del Gruppo Misto ed il Movimento CinqueStelle è in un Governo che si compiace del metanodotto.

Il gasdotto Tap ogni giorno inietta nella rete italiana 23 milioni di metri cubi di metano estratto in Azerbaijan: il Tap ha avviato le operazioni commerciali in novembre ed il flusso continuo di gas è cominciato il 31 dicembre. Riepilogando brevemente, il Tap (Trans Adriatica Pipeline, con SNAM, BP e l’azera SOCAR come soci) è un metanodotto di oltre 878 km e 4,5 miliardi di euro che fa parte del corridoio sud tra l’Azerbaijan e l’Europa (in tutto 5 mila km e 45 miliardi di euro).

L’arrivo del metano sta facendo spegnere centrali a carbone nei Balcani attraversati dalla tubatura: l’Albania vuole allacciarsi al Tap per alimentare a gas la centrale di Valona, solo per fare un esempio. Il metano scaccia il carbone inquinante ma per qualcuno il gas non è abbastanza amico del clima e per questo motivo la società Tap sta già pensando alla de-carbonizzazione attraverso il bio-metano o l’idrogeno.

Sul mercato italiano Psv del metano all’ingrosso, la maggiore liquidità e la disponibilità del Tap ha fatto scendere i prezzi: in genere il gas italiano costava un paio di euro in più al megawattora rispetto al Ttf, il mercato olandese che fa da riferimento per l’Europa: ora il divario si è ristretto talmente che in alcuni momenti il metano italiano costa meno di quello europeo, e i grandi compratori si affollano con gli ordinativi. Tra gennaio e febbraio ci sono state punte fino a 2 euro inferiori rispetto al mercato europeo, ma si è ripetuto anche a maggio.

Fonte: Il Sole 24 Ore – Jacopo Giliberto (pag. 10)