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I rischi di inseguire l’orizzonte

News nazionali
17 luglio 2021

Nella settimana in cui l'UE ha varato la più ambiziosa (finora) delle proprie strategie clima-energia, un intervento di Enel sulla stampa ha sparigliato le carte sulla transizione energetica in Sardegna. Una “provincia dell'impero”, si potrebbe dire, rispetto al Continente nel suo complesso, ma che in realtà è un caso esemplare di molti dei nodi che il Green Deal sta facendo emergere nell'Unione. Tempi lunghi, si potrebbe aggiungere, che fatalmente gettano anche ipoteche sul presente, costringendo a chiedersi se quanto si sta già facendo sia abbastanza, o non si debba ripensare di nuovo tutto da capo. La Sardegna già da qualche anno è diventata, suo malgrado, un fronte aperto per la politica energetica italiana e quest'ultima “accelerazione” – la proposta dell'a.d. Starace su La Nuova Sardegna di evitare del tutto il gas nella Regione, passando direttamente dal carbone all'elettrificazione con rinnovabili e accumuli – pare destinata a rilanciarla come terreno di scontro tra modelli energetici alternativi. Col rischio però che sia essa stessa a farne le spese. Certo il varo del nuovo pacchetto UE e il concomitante avvio della fase attuativa del Pnrr sono entrambi segnali che un'ulteriore accelerazione sull'ambizione del cammino della decarbonizzazione è possibile. E di sicuro guarda in quella direzione il gruppo elettrico, che nelle stesse ore a sorpresa ha anche ridimensionato significativamente i suoi progetti di centrali a gas sul Continente. Al tempo stesso è impossibile non vedere gli interrogativi che un nuovo eventuale giro di vite lascia sul tavolo e su cui sarebbe il caso che il decisore pubblico faccesse chiarezza. Un primo segnale di discontinuità, da parte del ministero della Transizione, è del resto già arrivato: nemmeno un anno dopo che l'allora Minambiente aveva dato la Via al tratto sud della “dorsale” gas Enura, il ministro Cingolani ha detto che i grandi tubi sono in contrasto con la strategia complessiva di decarbonizzazione del Paese e serve quindi qualcosa di “più moderno”. Il ministro nel contempo ha confermato almeno al momento la strategia dei due terminali di Gnl per ricevere il gas a Nord e a Sud dell'Isola. Anche questo punto sarà oggetto di ripensamenti? E se sì, se quindi si volesse seguire la proposta di Enel, come si pensa di coprire la domanda delle industrie locali, come in modo pertinente si è chiesto oggi un esponente locale della Lega? Ancora: Terna ha indicato espressamente la necessità di una quota di capacità a gas per l'equilibrio della rete nella Regione. Farne a meno, come propone Enel, è possibile secondo il gestore di rete? E se sì con quali tempi? Già nel disegno attuale, non si prevede di poter eliminare i combustibili solidi prima del 2028, difficile che un modello “puro” Fer + batterie possa accelerare i tempi. Il tutto senza contare che il gas in Sardegna non è solo un obiettivo sulla carta, ma c'è già. Non solo per gli investimenti nelle reti in cui negli ultimi anni è entrata anche Italgas. A monte c'è tutta la filiera small scale e extra-rete che si è andata sviluppando negli ultimi anni e a cui sarebbe insostenibile dire semplicemente, “spiacenti, ci siamo sbagliati”. Su questo e altri fronti, la complessa fase di gestazione del nuovo pacchetto Fit for 55 inevitabilmente aprirà nuovi dibattiti, con proposte di alzare ancora l'asticella e riaprire valutazioni su scelte fatte. In certa misura perché i nuovi target lo richiedono, certo. Ma anche col rischio di prolungare lo status quo. Sarà compito del governo mantenere la lucidità.

Fonte: Staffetta Quotidiana