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Guerra e annunci di sanzioni infiammano le materie prime

News internazionali
25 febbraio 2022

 

Gas più caro del 60% in una sola giornata, petrolio sopra 100 dollari al barile e aumento generale delle materie prime a livelli che non si vedevano da un decennio. L’invasione russa ha colto di sorpresa i mercati. Oltre al rischio geopolitico ad infiammare i prezzi è la concreta possibilità di perdere forniture di combustibili, metalli, forniture agricole che potremmo non essere in grado di sostituire del tutto. Il gas si è spinto fino a 144 euro. Il record storico toccato lo scorso dicembre è di 182€. Ma era dal 2005 che non si verificava un’impennata così rapida. I flussi dalla Russia non si sono comunque interrotti, ma hanno registrato un lieve aumento. La stessa Gazprom ieri ha prontamente rassicurato sulla regolarità delle forniture e dei transiti. Il mercato resta in apprensione per il rischio di danni alle infrastrutture, oltre alla chiusura deliberata e agli effetti delle sanzioni, anche se al momento le forniture energetiche non sono state toccate. Oggi come oggi riusciremmo a fare a meno di Gazprom per al massimo qualche settimana. Sarebbe purtroppo difficile sostituire la Russia anche negli approvvigionamenti di molte materie prime, a cominciare dal petrolio.  

Fonte: Il Sole 24 Ore – Sissi Bellomo (pag. 12)