Non solo gli Stati Untiti quest’anno scavalcheranno l’Arabia Saudita diventando il secondo più importante produttore di petrolio alle spalle delle Russia, ma continuando a pompare greggio potrebbero anche arrivare a compromettere l’equilibrio del mercato. Secondo Aie, che parla di “crescita esplosiva”, gli Stati Uniti quest’anno dovrebbero superare la soglia dei 10 milioni di barili al giorno. L’industria statunitense dello shale oil, rileva l’Aie, ha infatti battuto tutte le aspettative, beneficiando non solo dell’aumento dei prezzi e del taglio dei costi ma anche dell’intensificazione delle attività di perforazioni e di tutte le altre misure di efficientamento approvate durante gli anni di crisi. Complice anche le nuove tensioni geopolitiche il prezzo del Brent lunedì scorso ha chiuso per la prima volta sopra quota 70 euro, ai massimi dal dicembre 2014. E visto che l’Agenzia mantiene invariate le previsioni di crescita della domanda mondiale di greggio tutta da presumere che fra i grandi produttori la tensione di qui ai prossimi mesi sia destinata a salire.
Fonte: La Stampa, Economia&Finanza – Paolo Baroni (pag. 16)
Dorsale adriatica Snam, il CdS chiede informazioni al Minambiente
Il Ministero dell’Ambiente ha inviato nell’ottobre 2013 e nel maggio 2015 due richieste di parere in merito a due ricorsi straordinari al Presidente della RepubblicaEni, l’upstream spinge gli utili. Produzione ai massimi storici
Sfruttando il contributo del quarto trimestre, Eni manda in archivio i conti con un preconsuntivo sopra le stime degli analisti e conferma un dividendo 2018 di 83 cent (a fronte degli 80 dell’anno prima).Direttiva gas, trattamento diverso per gasdotti esistenti e nuovi
La nuova direttiva gas richiederà anche all'Italia di definire deroghe per i propri gasdotti col Nordafrica ma dovrebbe trattarsi di un passaggio semplice, che non richiederà lo scrutinio della Commissione previsto per i nuovi prog