Disastri climatici nel mirino di governi e popolazioni. Anche i mercati monitorano la situazione, specie quando si parla di materie prime, le più sensibili a eventi del genere. Lo stesso fanno i trader, con obiettivi di protezione più che di speculazione. I rischi comunque sono dietro l’angolo. Attenzione ad esempio a prendere posizione long sulle materie prime del settore energia a causa dell’uragano Florence (o eventi simili): l’impatto sui prezzi potrebbe essere più limitato del previsto. Chi investe in commodity deve giustamente prendere in considerazione gli eventi climatici, ma non sono gli unici. E soprattutto, vanno ben ponderati e sterilizzati dagli annunci allarmanti lanciati da media e autorità, spesso fuorvianti. È il caso per esempio dell’uragano Florence. I fattori climatici sono sempre temporanei per cui gli scostamenti dei prezzi che provocano hanno un impatto (quando ce l’hanno) di breve durata. Per investire su benzina e petrolio, è indispensabile poi analizzare soprattutto i dati su produzione e consumo del greggio nel mondo, oltre ovviamente al livello delle scorte. In questo momento è tutto fermo. Solo l’embargo all’Iran potrebbe in teoria far muovere i prezzi. Ma nella realtà qualsiasi altro paese Opec potrebbe sopperire alla mancata produzione di greggio dell’Iran. Per quanto riguarda invece le scorte, il livello totale delle riserve strategiche è rimasto non solo invariato, ma anche ai massimi degli ultimi anni. In secondo luogo, non bisogna mai dimenticare di considerare la stagionalità sottostante. In questo momento gli americani sono nel periodo che si trova di mezzo tra l’alta e la bassa stagione dei grandi spostamenti vacanzieri e quindi i prezzi per i consumi sono stabili.
Fonte: MF – Emerick De Narda (pag. 13)
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