Il satrapo Gurbanguly Berdimoukhamedov e la televisione di stato dipingono l’immagine di un’economia florida con un tasso di crescita addirittura del 6,2%. Il turkmeno medio vive con 90 dollari/mese. Nel 2015, durante l’Assemblea dei Saggi era stato proposto al presidente di sopprimere i vantaggi sociali (acqua, sale, elettricità e gas gratuiti). Lo stato si trova sul 9% delle riserve mondiali di gas e risulta essere il quarto produttore mondiale. Ma dietro tutto questo fiorire c’è il male della corruzione. A fronte degli investimenti fatti nel settore del gas, i clienti sono rari. La Russia di Gazprom ha chiuso gli accordi; l’Iran è debitore e insolvente. La Cina si trova monopolista tra gli acquirente e si può permettere di dettare le tariffe: i volumi di esportazione in Cina sono saliti dell’11%, mentre le entrate sono diminuiti del 20%. In sostanza il presidente ha speso molto in progetti energetici proprio nel momento in cui le entrate erano in caduta. Si apre alla privatizzazione di tutto il complesso industriale.
Fonte: Italia Oggi – Angelica Ratti (pag. 14)
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