Sui circuiti elettronici internazionali, le quotazioni del petrolio stanno scivolando sempre più, afflitte dai contrasti tra i paesi del Golfo. La maggior parte degli esperti concorda nel ritenere che la crisi tra Arabia Saudita e Qatar non avrà impatto sul mercato, però gli operatori temono che questi nuovi dissapori in Medio Oriente siano in grado di far saltare gli equilibri in seno all'Opec, minacciando il piano per il contenimento della produzione, che dovrebbe durare fino a marzo 2018, se gli accordi verranno rispettati. Intanto, secondo gli ultimi dai del Doe, in Usa le scorte di greggio stanno aumentando: nell'ultima settimana sono cresciute di 3,3 milioni di barili a 513,2 milioni, anche grazie al contestuale aumento delle importazioni, salite a loro volta da 7,98 a 8,34 milioni di barili al giorno. In calo il grado di utilizzo degli impianti di raffinazione (dal 95% al 94,1%). C'è da sottolineare che il brusco calo del Brent, sceso sotto ai 49 dollari al barile, è stato influenzato dalla scadenza del contratto di luglio in favore di quello di agosto. Mercoledì il Paniere Opec, composto da 13 greggi diversi, è scivolato a 46,78 dollari al barile (-0,19).
Fonte: Staffetta Quotidiana
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