Il gasdotto Tap è finito. E non solo, ha cominciato a funzionare. Lo ha annunciato nei giorni scorsi la società, raccontando di aver avviato le operazioni commerciali. Il gasdotto è stato “interconnesso” al sistema di trasporto di Snam rete: tradotto, c’è gas tra Turchia e Italia, si può cominciare a vendere. Uno sforzo che è costato moltissimo, e non soltanto in termini economici. Una parte della comunità salentina ha vissuto e vive molto male l’opera nonostante le rassicurazioni della multinazionale. Anche perché c’è un processo penale in corso: la procura di Lecce ha citato in giudizio diciotto persone e Tap stessa con un’accusa importante: che le autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie in possesso del consorzio Tap e rilasciate con decreti ministeriali sarebbero illeggittime. Tap sta cercando di riprendere anche un’interlocuzione con gli enti locali, seppur difficile. L’accordo iniziale prevedeva delle compensazioni per le città attraversate dal gasdotto. Sul tavolo – oltre ai ristori dovuti per legge – c’erano 25 milioni circa, tra Snam e Tap, che però non sono mai stati utilizzati. La questione è delicata: per ottenere i soldi le amministrazioni devono parlare con Tap, Ma molte di loro si sono costituite parte civile nel procedimento contro l’azienda. La lunga storia del Tap ora è finita. O forse, ne è appena cominciata un’altra.
Fonte: La Repubblica, A&F – Giuliano Foschini (pag. 46)
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