Dopo l’accordo di novembre riguardante i tagli di produzione tra paesi Opec e paesi non Opec, il barile del greggio è tornato stabilmente sopra i 50 dollari. La conseguenza diretta è la fine del periodo di bassa inflazione per i prezzi al consumo. Un’altra conseguenza è il ritorno della profittabilità della produzione e degli investimenti nel settore. Infine bisogna sottolineare anche come questo prezzo stabile semplifichi enormemente la stesura dei bilanci pubblici per Paesi che dipendono dall’export di petrolio (Russia e paesi mediorientali). L’inflazione sta tornando, quindi, alla normalità, ossia verso una crescita annua del 2%. Di conseguenza torneranno alla normalità anche le politiche delle banche centrali.
Fonte: Corriere Economia – Francesco Daveri (pag. 3)
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