Quella del riscaldamento globale indotto dalle attività umane è la più grande menzogna del secolo scorso. Ripetuta tante di quelle volte che alla fine i più si sono convinti che è vera. Nel periodo 1945-1970, in pieno boom di emissioni, il clima visse un periodo d'arresto, ed è da almeno 14 anni che sta accadendo la stessa cosa: a dispetto di una crescita senza sosta delle emissioni di CO2, la temperatura media del pianeta è al momento stabilizzata ai livelli di 14 anni fa. Abbiamo così fatti a sufficienza per smentire ciò che viene spacciato come consenso scientifico. Nella Sua Enciclica il Papa ha proposto che i Paesi ricchi del mondo costruiscano in quelli poveri gli impianti cosiddetti alternativi di produzione energetica. Non si rende conto, Sua Santità, che questo significa, di fatto, negare ai poveri l'unico bene materiale l'energia abbondante e a buon mercato che solleverebbe la misera condizione in cui essi vivono. Quegli impianti «alternativi», infatti, non funzionano (è un fatto tecnico). Ci s'immagini, per un attimo, che con un miracolo spariscano in un istante tutti gli impianti nucleari, a carbone e a gas dell'Europa e, sempre con lo stesso miracolo, fossero sostituiti da impianti eolici e fotovoltaici di pari potenza a quelli spariti. Si fermerebbero, sì, i climatizzatori contro cui Bergoglio ha sollevato l'indice (che pur tanto sollievo portano alle sofferenze dal caldo e dall'umidità), ma si spegnerebbero anche gli impianti degli ospedali, le fabbriche e tutte le luci. Per farla breve: si smetterebbe di essere Paesi ricchi. Proporre che i Paesi poveri usino solo quegli impianti per il proprio fabbisogno energetico, significa negare loro l'energia, cioè significa condannarli alla povertà. Proporre, poi, che siano i Paesi ricchi a sostenere l'enorme, quanto inutile, sacrificio economico, significa impoverire le popolazioni di questi Paesi a vantaggio di quella ristretta minoranza che, unica, si avvantaggerebbe del miserabile affare.
Fonte: Il Giornale – Franco Battaglia (pag. 11)
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