Su tre barili di petrolio che l’Opec riesce a togliere dal mercato, uno viene “restituito” dagli Stati Uniti: la produzione americana di greggio è aumentata di ben 482mila barili al giorno dall’inizio dell’anno, quando è entrato in vigore il piano di tagli dell’Organizzazione, e la settimana scorsa ha raggiunto 9,252 milioni di bg, il massimo da agosto 2015. Il dato, riferito dall’Energy Information Administration (Eia), è solo l’ennesima conferma di una tendenza già evidente: da mesi gli operatori dello shale oil stanno riattivando impianti di perforazione. Ma ieri ha contribuito ad accelerare il ritmo delle vendite sui mercati petroliferi, spingendo le quotazioni del greggio in ribasso del 4%, ai minimi da due settimane (il Wti ha chiuso a 50,44 $/barile, il Brent a 52,93 $).
Fonte: Il Sole 24 Ore, Finanza e mercati – Sissi Bellomo (pag. 26)
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