Prosegue la corsa dei prezzi del greggio, saliti ieri ai massimi dell’anno. Il petrolio Brent è salito fino a un picco di 52,54 dollari al barile, per poi arretrare leggermente; rialzi simili per il nordamericano Wti, salito fino a 51,34 dollari per poi cedere qualche punto. Ieri il mercato ha reagito con una serie di rialzi alle notizie in arrivo dalle regioni petrolifere del delta del Niger, dove l’escalation degli scontri armati sta penalizzando sempre più le estrazioni di greggio, che secondo fonti ufficiali viaggiano ora al ritmo di 1,5-1,6 milioni di barili al giorno contro i 2,2 mbg di inizio anno. A surriscaldare gli scambi poi ha contribuito il rilascio delle stime Usa di Eia (Energy Information Administration) che parlano di stock di petrolio in calo di 3,2 milioni di barili sulla scia di un aumento dell’attività delle raffinerie locali e della frenata dell’import. Dal lato della domanda complessiva, è da segnalare l’accelerazione dell’import dalla Cina. In maggio infatti il colosso asiatico ha acquistato all’estero petrolio al ritmo di 7,59 milioni di barili al giorno.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Finanza e Mercati - Balduino Ceppetelli (pag. 34)
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