L’Opec perde quote di mercato senza vedere risalire il prezzo del petrolio. L’Organizzazione degli esportatori di greggio ha riconosciuto che la forza imprevista dello shale oil americano ha sballato i calcoli. L’organismo dell’Ocse resta convinto che la domanda continuerà a correre, superando per la prima volta nella storia il tetto di 100 milioni di barili al giorno verso la fine dell’anno. L’incremento dei consumi potrebbe essere soddisfatto per oltre la metà dagli Stati Uniti e per il resto da altri fornitori esterni all’Opec (Brasile e Canada). Il rapporto Aie (Agenzia internazionale dell’energia) è un altro campanello di allarme per l’Opec. Le quotazioni del petrolio hanno perso quasi il 15% dopo l’accordo del 25 maggio per prolungare i tagli di produzione. Il Brent è di nuovo sotto 47 dollari, il Wti sotto 45 dollari. La situazione rischia di diventare insostenibile con una possibile nuova guerra dei prezzi.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Finanza e mercati – Sissi Bellomo (pag. 30)
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