Debolezza del prezzo di petrolio e gas e fermo dell’impianto lucano in Val d’Agri: i conti di Eni chiudono in rosso per il secondo trimestre del 2016 e con una perdita netta di 446 milioni di euro che, sommata a quella di gennaio-marzo, arriva a quota 1.242 miliardi il passivo della società. Ma l’ad del gruppo Descalzi conferma comunque i target e i progetti di sviluppo perché guarda alla produzione e perché può contare su una struttura patrimoniale solida. Nel caso della produzione, nonostante la Basilicata e le interruzioni in Nigeria, l’incremento produttivo compensa quei cali e supera le attese. Nel caso della struttura patrimoniale invece, la solidità, che è fondata sull’auto-finanziamento degli investimenti a un prezzo del brent di 50 dollari al barile, permette al numero uno di Eni di riconfermare la proposta di un acconto sul dividendo pari a 40 centesimi ad azione.
Fonte: Corriere della Sera – R. Po (pag. 36)
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