Non saranno certo i tre euro in più a pieno rispetto allo scorso anno a far traballare le finanze delle famiglie italiane, anche se l’aumento scatta proprio sotto le feste natalizie. Quello che infastidisce è piuttosto la consueta tempestività con la quale le compagnie petrolifere adeguano i prezzi dei carburanti ai rincari del greggio, paragonata alla lentezza che quell’adeguamento subisce quando il petrolio scende. La sequenza è rapida. Sabato 10 dicembre: i Paesi Opec e non Opec firmano l’accordo per ridurre la produzione di greggio. Lunedì 12: il Wti schizza oltre 54 dollari e il Brent sfiora i 58. Ieri: rincaro dei carburanti. Il copione è sempre lo stesso. Stessa asimmetria di riflessi tra rialzi e ribassi. Tenendo conto che solo in parte il ritardato adeguamento dei carburanti, in fase di discesa del greggio, si giustifica con la rigidità della componente fiscale, che pesa sicuramente ma non spiega proprio tutto.
Fonte: La Repubblica – Ettore Livini (pag. 26)
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