Dopo anni di petrolio in eccesso, il mercato ha improvvisamente realizzato che l’offerta in realtà ben presto rischierà di non bastare: una presa di coscienza che si è tradotta in un risveglio dei prezzi del greggio anche per le consegne più lontane nel tempo. Se il Brent ha ieri di nuovo superato 80 dollari al barile, ora non c’è più nessuna scadenza dei futures, da qui al 2020, in cui costi meno di 70$. Il prezzo supera 60$ per tutti i contratti esistenti, fino a dicembre 2024. Lo spostamento della curva dei future - un evento cruciale non solo per decifrare l’umore degli investitori, ma anche per determinare le scelte delle compagnie petrolifere – è un evento recente. Lo scenario per il Venezuela peggiora ogni giorno. Dopo le elezioni di Maduro, gli Usa hanno adottato nuove sanzioni contro Caracas che rischiano di aggravare la crisi dell’industria petrolifera locale. Il Venezuela ha già perso in un anno oltre 500mila barile di greggio al giorno e la sua produzione, dagli attuali 1,4 milioni di bg, potrebbe ora scendere sotto un milioni di bg. Una perdita che potrebbe dare il colpo definitivo al Paese sudamericano e che rappresenta un grave rischio per i mercati petroliferi.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Finanza&Mercati – Sissi Bellomo (pag. 28)
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