Eni e Snam insieme ad altri undici tra big dell'energia e associazioni di categoria spingono per escludere il carbone e altri combustibili termoelettrici a maggior tasso di emissioni di CO2 dall'accesso ai meccanismi di remunerazione di capacità. E' l'obiettivo dell'iniziativa 'Make Power Clean', i cui firmatari chiedono al Consiglio e al Parlamento Ue di sostenere la proposta della Commissione di introdurre nella nuova direttiva sul mercato elettrico, parte del Clean Energy Package, il tetto di 550 grammi di CO2 per kWh prodotto per l'accesso al capacity market o ad altri analoghi meccanismi di remunerazione. Ciò escluderebbe ad esempio dall'accesso alla remunerazione aggiuntiva gli impianti a carbone, il cui tasso di emissione è intorno agli 800 g o oltre, e quelli a olio combustibile, mentre farebbe salvo il gas, i cui tassi di emissione sono intorno a 400. I firmatari dell'iniziativa sono Eni, Esia, Eurogas, Gas Natural Fenosa, Iberdrola, Nordex/Acciona Windpower, Shell, Snam, Siemens, Solar Power Europe, Statoil, Total e WindEurope. "E' un passo - si legge in una nota - assolutamente necessario, nella giusta direzione. Chiediamo al Consiglio e al Parlamento Europeo di sostenere la proposta della Commissione per un livello massimo di emissioni di CO2 di 550 grammi per kWh, criterio fondamentale per garantire la coerenza e l'efficacia della politica climatico/energetica dell'Unione Europea. Nuovi aiuti alle centrali con le più alte emissioni devono essere abbandonati, visto che esistono oggi alternative più pulite. Una continuazione degli incentivi andrebbe contro l'interesse dei cittadini europei".
Fonte: Staffetta Quotidiana
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