La data fissata per il debutto del Petro, la cripto valuta venezuelana, è il 20 febbraio prossimo. Da quel giorno sarà possibile sottoscrivere questo bitcoin reinventato dal presidente Nicolas Maduro, alle prese con una crisi economica senza precedenti e debiti per 60 miliardi di dollari. Il successore di Hugo Chavez è riuscito persino a dotare di degne credenziali l’iniziativa, bollata come una barzelletta da molte istituzioni finanziarie occidentali, quelle statunitense in testa. Come sottostante, il Petro avrà le riserve certificate di uno dei giacimenti del Delta dell’Orinoco, il blocco 1 di Ayachuco, confinante con Junin, affollato di compagnie petrolifere. Vi operano, infatti, Eni, Cnpc, Total e Statoil, attraverso le imprese miste Petrojunín, Petrourica e Petrocedeño. Secondo la definizione di Maduro, la cripto-valuta sarà «una moneta sovrana, garantita dagli attivi petroliferi, e servirà da piattaforma per la crescita di un sistema finanziario più favorevole allo sviluppo nazionale». Il primo stock di Petro stimato da Maduro in 100 milioni di pezzi, avrebbe un controvalore di oltre 6 miliardi di dollari.
Fonte: MF – Angela Zoppo (pag. 4)
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