Febbraio inizia con lo stesso passo di questo 2016 finora decisamente difficile per i mercati finanziari. Il problema principale, al di là della fredda successione dei numeri, è che i motivi alla base dei movimenti di ieri sono gli stessi che hanno caratterizzato il disastroso mese di gennaio: i timori per una frenata dell'economia globale (innescata dalla Cina) e il crollo del prezzo del petrolio. Termi che si sono puntualmente riproposti ieri nel momento in cui le autorità di Pechino hanno diffuso i deludenti indici dei direttori degli acquisti (Pmi, purchasing manager index) del settore manifatturiero, che scendendo a 49,4 punti in gennaio segnalano la contrazione più accentuata dall'estate del 2012 per la seconda economia mondiale. E soprattutto quando nel pomeriggio il prezzo del barile di greggio Wti ha accentuato la sua discesa lasciando sul terreno quasi il 6% e tornando così sotto i 32 dollari.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Maximilian Cellino (pag. 2)
L’Asia è senza gas l’Europa si salva l’Italia ringrazia il Tap
Non c’è mica stato solo il Covid: a luglio ondata di caldo in Asia che fa crescere la domanda di energia per il condizionamento; a settembre un uragano in Camerun, uno dei maggiori produttori di gas, rallenta la produzione di Gnl che alimentaKerry: <<Europa e Usa insieme su Green deal e lotta al virus>>
Le due grandi sfide della green economy e della pandemia richiedono una risposta congiunta di Europa e Stati Uniti. Ora, con Biden alla Casa Bianca, tutto sarà più facile ma solo se si seguirà la strada della democrazia e della difesaPetrolio, con Biden lo shale perde anche l’appoggio politico
Indifferente al cambio della guardia alla Casa Bianca, il petrolio continuala sua avanzata sui mercati finanziari, dove si mantiene ai massimi da quasi un anno, vicino a 57 dollari nel caso del Brent, e intorno a 54 nel caso del Wti.