Settembre è la deadline per Eni e gli altri partner di Kpo per saldare un conguaglio fiscale di 1,6 miliardi al governo del Kazakhistan. Kpo è il consorzio che sviluppa il giacimento di Karachaganak ed è guidato da Eni e Shel, ciascuno con una quota pari al 29,5%. La produzione ammonta a 78,8 milioni di barili secondo una statistica di metà 2016, quindi c’è stato un aumento dell’11,3% rispetto all’anno precedente. Si tratta del 45% del totale del gas prodotti in Kazakhistan. Nonostante il ministro dell’economia si sia dimostrato disponibile a prorogare il termine ultimo, è comunque arrivato l’ultimatum: offerta soddisfacente o arbitrato. L’offerta apprezzata sembrerebbe di 470 milioni da parte sia di Eni sia di Shell.
Fonte: MF – Angela Zoppo (pag. 10)
L’Asia è senza gas l’Europa si salva l’Italia ringrazia il Tap
Non c’è mica stato solo il Covid: a luglio ondata di caldo in Asia che fa crescere la domanda di energia per il condizionamento; a settembre un uragano in Camerun, uno dei maggiori produttori di gas, rallenta la produzione di Gnl che alimentaKerry: <<Europa e Usa insieme su Green deal e lotta al virus>>
Le due grandi sfide della green economy e della pandemia richiedono una risposta congiunta di Europa e Stati Uniti. Ora, con Biden alla Casa Bianca, tutto sarà più facile ma solo se si seguirà la strada della democrazia e della difesaPetrolio, con Biden lo shale perde anche l’appoggio politico
Indifferente al cambio della guardia alla Casa Bianca, il petrolio continuala sua avanzata sui mercati finanziari, dove si mantiene ai massimi da quasi un anno, vicino a 57 dollari nel caso del Brent, e intorno a 54 nel caso del Wti.