C’è “carbon tax” e “carbon tax” e se persino l’Amministratore delegato di Eni ne prende le difese la questione merita qualche approfondimento. Da almeno un paio d’anni Descalzi ne parla e sul punto ha anche affermato che “ci vuole una carbon tax, perché l’Ets non funziona”. Nel mirino del Cane a sei zampe c’è il carbone: un combustibile che resta il responsabile maggiore delle emissioni di CO2 ma che per la sua economicità e abbondanza è anche il maggior concorrente del gas naturale. C’è anche una sottostante strategia ambientale: il gas naturale dovrà servire da stampella per aiutare la transizione verso il futuro “low carbon” promesso dalle fonti rinnovabili. E un incremento di solo l’1% dell’uso del carbone, dice l’Eni, neutralizza una crescita delle rinnovabili del 10%. Per conciliare questa visione globale con le singole realtà nazionali, occorre trovare delle soluzioni. In Italia, ad esempio, sui carburanti come benzina e gasolio grava già un’imposizione fiscale del 65%, un’anomalia in Europa, che si traduce in una carbon tax implicita di 290 euro la tonnellata. Forse un po’ troppo per i consumatori.
Fonte: Corriere della Sera, l’Economia – Stefano Agnoli (pag. 54)
UE, due bandi per progetti d’interesse comune
La Commissione europea ha aperto due call for applications per progetti nell'ambito delle reti intelligenti (“smart grids”) e delle reti per il trasporto della CO2 da far rientrare nel quinto elenco di progetti d'interesse comune &ndGas, scatta la maxi speculazione. In Europa volatilità da Bitcoin
Gas come il Bitcoin, condizioni senza precedenti quelle in cui è precipitato il mercato, con i vertiginosi rincari del Gnl in Asia che hanno innescato un’ estrema volatilità sugli hub europeiIdrogeno verde anche per alimentare nuove centrali a gas
Fuori l’idrogeno blu, dentro l’idrogeno verde prodotto da fonti di energia rinnovabile.