L’Asia continua a guidare la domanda di petrolio, con importazioni al record storico in settembre sia per l’India che per la Cina. Pechino in particolare ha acquistato all’estero 33,06 milioni di tonnellate di greggio, ossia una media di 8,08 milioni di barili al giorno, il 18% in più rispetto a un anno prima, sorpassando per la terza volta negli ultimi dodici mesi gli Stati Uniti, che – pur essendo tornati a dipendere maggiormente dall’estero – si sono fermati nello stesso mese a 7,98 mbg. I dati sembrano contraddire il pessimismo dell’Agenzia internazionale per l’Energia, che un mese fa aveva lanciato un allarme sulla salute della domanda petrolifera, con la giustificazione che “i recenti pilastri della sua crescita, la Cina e l’India, stanno traballando”. In realtà l’analisi dei dati è più complessa di quanto appaia a prima vista. a sostenere le importazioni cinesi non sembrano infatti essere i consumi locali, che anzi restano relativamente deboli. In realtà Pechino continua soprattutto ad accumulare riserve strategiche di greggio, un’attività che finora ha fornito un sostegno decisivo alla domanda petrolifera mondiale: l’Aie stima che abbia più che neutralizzato il rallentamento delle lavorazioni nelle raffinerie, che a livello globale nel terzo trimestre è stato “il più significativo da oltre un decennio escludendo l’ultima recessione”.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Finanza&mercati – Sissi Bellomo (pag. 38)
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