Dopo avere annullato i provvedimenti relativi agli anni precedenti, il tribunale boccia anche il passaggio della delibera 114/2019 sul 2020-2023 che conferma il criterio della ripartizione entrata–uscita (fissato pari a 40/60, contro il 50/50 chiesto dagli operatori), nonché il rapporto capacity/commodity. Rifacendosi ai precedenti pronunciamenti, il Tar afferma che “la modifica apportata è impercettibile nella complessiva struttura del sistema tariffario, potendosi pacificamente affermare la sostanziale identità tra quanto previsto per il periodo 2018/2019 e quanto stabilito per il successivo 2020-2023". Tale impostazione, prosegue la sentenza, “si presta ad essere censurata in quanto il sistema, così come costruito in termini proporzionali, non contempla alcun temperamento o correttivo finalizzato, in qualche misura, a tener conto dell’obiettivo indicato dal legislatore nel 2012, ovvero rendere più flessibile ed economico il servizio di trasporto a vantaggio dei soggetti con maggiore consumo di gas naturale, come la ricorrente”.
Fonte: Quotidiano Energia
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