La delibera della Giunta regionale della Basilicata (n. 322 del 15 aprile 2017) che dispone la sospensione dell’attività del Centro Olio Val d’Agri per 90 giorni, è stata notificata ieri a Eni, che già da martedì ha avviato la chiusura dell’impianto di Viggiano. Completate le verifiche interne, Eni conferma che la fuoriuscita di petrolio si è avuta solo da uno dei 4 serbatoi. Ieri, inoltre, è arrivato dalla Sardegna l’impianto mobile della Syndial per il trattamento delle acque. Sarà operativo da venerdì. Crescono, intanto, i timori per l’indotto. Sono 730 i lavoratori diretti interessati: 300 a Viggiano e 430 nella raffineria Eni di Taranto, dove viene lavorato il greggio trasportato dall’oleodotto. In Basilicata, poi, sono circa 3mila i lavoratori con l’indotto, e altri 10mila legati alle royalty regionali. Sarà proprio l’indotto a soffrire maggiormente, anche alla luce di quanto ha pesato sull’economia lucana lo stop di 5 mesi imposto nel 2016 a seguito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza, e che ha visto circa 600 lavoratori coinvolti dalla richiesta di cassa integrazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Impresa e territori – Luigi Ierace (pag. 9)
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