Alla Casa Bianca l’argomento è stato già messo in cima alla lista dell’agenda: quando il premier Giuseppe Conte, la settimana prossima, incontrerà Donald Trump, fornirà le rassicurazioni e le garanzie che gli americani si aspettano sull’avanzamento dei lavori della Tap. Ma non sono solo gli americani ad esercitare una pressione diplomatica sul nostro Paese perché recuperi il ritardo accumulato e vada avanti in modo spedito nel completamento del gasdotto che passa da Grecia e Albania e ha il compito di portare il gas azero in Europa, in modo da ridurre la dipendenza da quello russo. Gli stessi azeri sono stati piuttosto espliciti la settimana scorsa, quando Sergio Mattarella e il Ministro degli Esteri Moavero Milanesi si sono recati a Baku. Prima che il capo dello Stato e il titolare della Farnesina confermassero in modo chiaro il carattere sistemico dell’opera, lo stesso presidente dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev, ha rivolto un invito alle nostre autorità un ultimatum: “Se non avete più intenzione di portare avanti l’opera non dovete che dirlo, abbiamo rotte alternative, l’Austria e altri Paesi sarebbero ben felici…”.
Fonte: Corriere della Sera – Marco Galluzzo (pag. 3)
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