Dopo l’accordo per tagliare la produzione di petrolio, l’Arabia Saudita fa sfoggio di ottimismo. Non solo a parole, ma anche nei fatti. Nella nuova legge di bilancio, pubblicata ieri, Riad prevede un aumento del 46% delle entrate generate dal greggio nel 2017, a 48o miliardi di riyals (128 miliardi di dollari). La previsione è fondata su uno scenario di prezzi «conservativo», ha sottolineato il ministro dell’Energia Khalid Al Falih, aggiungendo che comunque si basa sul presupposto che l’Opec, la Russia e gli altri alleati del gruppo rispettino gli impegni presi, ossia riducano le estrazioni di oltre 1,7 milioni di barili al giorno. Al Falih non ha precisato quali siano le attese di Riad sui prezzi del petrolio e le cifre non sono indicate nemmeno nel testo diffuso dal ministero delle Finanze, ma secondo Al Arabiya il governo saudita avrebbe delineato uno scenario conservativo in cui nel 2017 il barile costerà 49 $ e uno scenario base col barile a 55 $, previsioni in entrambi i casi molto più ottimiste di quelle di Mosca, che ha redatto il budget mantenendo un prudente 40 $/barile. Riad si aspetta che il greggio salga a 52-61$ nel 2018, a seconda dello scenario, e a 55-65 $ nel 2019.
Fonte: Il Sole 24Ore, Finanza&mercati – Sissi Bellomo (pag. 32)
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